domenica 25 febbraio 2007

Ispirazioni avvolte tra cellophane letterario e rutti escatologici

L’oro ha il pomeriggio in bocca. È pronto a sputarlo, ma lo conserva, in latenza, per sfruttare al meglio il suo potere ricattatorio.
Tra i denti, tartaree letterine scavano fessure incrostate.
Sostano talvolta su terrazzini zuccherosi e grigi. Lì, allentano la tensione incastrando piacevolmente i loro segmenti.
E con F al contrario.
I si infila ed L accoglie consenziente.
M si getta addosso ad U.
S è impegnata in certe cosette con Z e C.
Divina pausa che oblia, per qualche attimo, il pomeriggio ostaggio di cavità orali.
Sulla saliva scivolano le giovani lettere, si divertono incoscienti, ma prigioniere di gialle concretezze galleggiano in stallo sterile tra dibattiti cariati.
Solo silenzio dalla cavità. L’oro non parla, agisce. Letterine fagocitate da residui cioccolatosi sonnecchiano impotenti. Nessun riscatto sarà pagato. La loro facoltà seducente svanisce irrimediabilmente. Il pomeriggio muore sterile com’è cominciato. Con un lobo morsicato ed un alito stordente, per giunta.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao

Anonimo ha detto...

buon appetito

aracK ha detto...

ciao